Il pensiero paesaggista non è il pensiero del paesaggio e questo libro non traccia una storia del pensiero del paesaggio. Ci si pone invece qui una domanda: per quale motivo esiste un sorprendente contrasto tra le generazioni passate che non hanno...
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Il pensiero paesaggista non è il pensiero del paesaggio e questo libro non traccia una storia del pensiero del paesaggio. Ci si pone invece qui una domanda: per quale motivo esiste un sorprendente contrasto tra le generazioni passate che non hanno pensato ed elaborato teorie sul paesaggio ma che hanno lasciato paesaggi meravigliosi, e quelle contemporanee che, pur non smettendo di parlare e scrivere di paesaggio, lo stanno distruggendo, a parte qualche icona, su larga scala? Abbiamo un pensiero del paesaggio, ma non abbiamo più un pensiero paesaggista, ossia un pensiero sensibile, vivo e attivo che si esprime attraverso bei paesaggi. Rendere un feticcio questo oggetto di consumo (turistico, immobiliare, accademico ecc.) che è oggi il paesaggio non sarà sufficiente per ritrovare il modo di essere che si incarnava nel pensiero paesaggista. Anzi, accade il contrario. Come dice un poeta cinese del IX secolo, se vogliamo smettere di "uccidere il paesaggio", dobbiamo prima capire in cosa consisteva il pensiero paesaggista